Ho appena pubblicato un nuovo articolo per il Giornale nelle pagine Stile, questa volta il tema erano gli intellettuali.
Per meglio dire, gli scrittori. Argomento che, naturalmente, mi sta a molto cuore.
La domanda iniziale era, “Ma come sono questi intellettuali?”.
Una volta aperto il vaso di Pandora ne è venuto fuori di tutto. Egocentrici e vanitosi, come il caro amico scomparso A. G. Pinketts, eclettici e affezionati alla bicicletta, come l’inimitabile Raul Montanari, ancora un po’ incastrate nei cliché le donne.
A tale proposito ho intervistato una donna che di autrici ne vede tantissime e si tratta di Lisa Marzoli, conduttrice del Caffè Letterario di Rai 1. Intelligente e carismatica, ma non per questo meno attraente.
Riprendo alcuni passaggi dell’intervista che ho postato in jpg nella mia pagina GIORNALISTA (qui il link all’articolo): “Intanto tra gli intellettuali bisognerebbe fare una differenza – spiega la Marzoli – in particolare le donne hanno un approccio diverso alla vita e al lavoro: le giornaliste, più aggressive, si sono lentamente conquistate il proprio ruolo nel mondo, le intellettuali pure devono ancora fare i conti con delle regole di sovrastruttura”.
“Il concetto – aggiunge Annarita Briganti, autrice di “Alda Merini, l’eroina del caos” (Cairo) – è che non ci sono più le donne come Alda, a cui non importava nulla dell’immagine, aveva le unghie sbeccate, fumava, diceva quel che pensava ma era Alda nel bene e nel male!”.
Per molte autrici oggi l’immagine è addirittura peggiorativa!
“Tante scrittrici – continua la Marzoli – si sentono in dovere di mascolinizzarsi per sembrare più intelligenti, o meno attraenti, come se altrimenti non lo fossero”. Ma Lisa Marzoli è la dimostrazione del fatto che le due realtà possono felicemente convivere, con qualche sacrificio: “Uno dei miei rammarichi è che quando una collega resta incinta, il suo lavoro si ferma, perché gli uomini la superano e la sua carriera subisce un arresto”.
Lisa è da sempre attenta ai diritti delle donne, essendo lei stessa figlia di una madre che perse il lavoro proprio a causa della maternità.
E voi cosa ne pensate?